L'Osservatore Romano - 2004 - Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino Ancella Riparatrice

L’Osservatore Romano – 2004

Monsignor Francesco Montenegro vescovo ausiliare di Messina
HA LASCIATO UN’IMPORTANTE EREDITA’ CARISMATICA
a cura di Mons. Francesco Montenegro

Tra quanti vivono l’eredità carismatica del Servo di Dio mons. Antonino Celona, fondatore della congregazione delle suore Ancelle Riparatrici del Sacratissimo Cuore di Gesù, va annoverata la Serva di Dio suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino, una delle figlie che si è distinta in maniera particolare per la sua profonda comunione con il Signore ed i fratelli, vegliando come sentinella nell’oscurità degli eventi umani. 


Il X anniversario della morte della Serva di Dio suor Maria Alfonsa è stato una grazia particolare, un dono del Signore, che ci ha arricchito della testimonianza di vita e della spiritualità della suora ancella riparatrice. 

Sono trascorsi dieci anni dal suo pio transito e nella nostra Chiesa locale non è diminuito l’entusiasmo per suor Maria Alfonsa, come anche l’attenzione devota alla sua esistenza virtuosa e di conformazione a Cristo Crocifisso e l’esperienza di numerosi fedeli che le attribuiscono un’efficace intercessione per avere ottenuto da Dio benefici spirituali e materiali. Non vi è dubbio che nella nostra arcidiocesi suor Maria Alfonsa rappresenti una colonna portante dell’edificio spirituale donato dallo Spirito Santo, che, con la sua fantasia, è veramente imprevedibile ed inesauribile nella chiamata a partecipare della santità di Dio. La SS. Trinità, che è amore gratuito e generoso, non tiene gelosamente per sé quello che è suo, ma condivide tutto con i suoi figli, compresa la santità che è il suo mistero intimo. La Sacra Scrittura è molto chiara a questo riguardo. L’apostolo delle genti, Paolo di Tarso, dichiara in una sua lettera:

<<Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione>> (1Ts 4,3).


Anche noi, Chiesa di Messina – Lipari – S Lucia del Mela, vogliamo esprimere la nostra gratitudine a Dio per il dono dei santi e per la ricchezza di santità. In questo cammino di santità va annoverata la Serva di Dio suor Maria Alfonsa. L’ideale della santità illumina con costanza tutto il suo itinerario spirituale e ne determina sia l’orientamento fondamentale della sua vita religiosa, sia le singole scelte di ogni giorno e l’utilizzo di tutti gli avvenimenti della sua vita. La Serva di Dio per il raggiungimento di questo obiettivo utilizza con grande sapienza tutto ciò che la Provvidenza Divina permette che accada nella sua quotidianità.

<<Voglio e devo, io per prima, santificarmi… Padre mio, come mi sento responsabile per la mia chiamata alla santità. Il Signore me lo ha fatto capire meglio, particolarmente in questo pellegrinaggio, vivendo insieme a sacerdoti, barellieri, dame, ammalati, pellegrini. Mi hanno fatto capire che notavano in me qualche cosa di santa Teresina e si raccomandavano alla mia preghiera. E’ un rimprovero di Dio per scuotermi ed accelerare il passo: debbo farmi davvero santa, guai a me se non lo farò… voglio incominciare, con buona volontà, la via della perfezione>>
(FRATTALLONE RAIMONDO, La sofferenza trasfigurata nella Croce, Coop. S. Tom., Messina, 2000, p.58).

Inoltre, in una visione ecclesiologica la Serva di Dio considera la sua vocazione religiosa e la sua vita come un chiaro mezzo che, nella preghiera, costruisce la perfezione e la santità del Corpo Mistico di Cristo e la salvezza del mondo:

<<In questo mese mi sono prefissata di pregare e tanto per il Santo Padre e per i vescovi che si riuniranno. Mi sta tanto a cuore la santità della Chiesa… oggi più che mai è urgente espandere la riparazione per la salvezza dell’umanità. Il mondo ha bisogno della nostra santità riparatrice, le anime si salvano con la propria immolazione sacerdotale, vittimale: questa è l’eredità lasciata dal padre Fondatore>> (Ibidem, p. 59).

Questa forte tensione spirituale animò la scelta religiosa di suor Maria Alfonsa, la quale era trasportata da un fervore divino tale da non potersi minimamente dubitare che lei fosse come un vaso di grazia ornato da pietre preziose. Aveva una volontà ferma e sempre lineare. E poiché un cuore lieto rende ilare il viso, l’equilibrio sereno del suo interno, segno della sua retta coscienza, si manifestava al di fuori nella bontà e nella gioiosità del volto, tanto che lo splendore del suo viso non veniva offuscato dalle cose terrene. Per questo suor Maria Alfonsa s’attirava facilmente l’amore di tutti: senza difficoltà, non appena la conoscevano, cominciavano a stimarla e volerle bene, fino a parteciparle i segreti gioiosi, ma soprattutto dolorosi che li affliggevano, divenendo, a sua insaputa, per dono dello Spirito Santo, sostegno e maestra di vita, punto di riferimento per poveri, malati, peccatori ed anime da consolare. Con la testimonianza della sua vita unita alla sua dolce ed edificante parola riusciva a piegare l’anima di coloro che incontrava ogni giorno all’amore di Cristo ed al rifiuto del peccato. Dimostrando grande capacità di ascolto, si mostrava accogliente e molto socievole con tutti, dedicando ad ognuno il tempo necessario per il racconto del proprio vissuto, desideroso di incontrarla per essere illuminato e consolato della sua incisiva parola. 


Dinanzi ad una vita così ricca di luce e di verità, ognuno di noi sia stimolato a percorrere il proprio cammino spirituale, certo della bontà di Dio ed oggi dell’intercessione di suor Maria Alfonsa, la quale, meglio di prima, ci sosterrà nel percorso della santità, vocazione ineludibile di ogni credente. 

Messina, 23 Agosto 2004

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