Omelia del V Anniversario - 23 Agosto 1999 - Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino Ancella Riparatrice

Omelia del V Anniversario – 23 Agosto 1999

Monsignor Francesco Sgalambro vescovo ausiliare di Messina
OMELIA a cura di MONSIGNOR FRANCESCO SGALAMBRO

Ritengo che per accogliere il <<dono>> della Provvidenza in questo giorno dobbiamo dedicare la nostra attenzione a tre diverse emozioni.

La prima è probabilmente un’emozione non provata e forse neppure avvertita a causa dell’abitudine. Infatti dopo la prima lettura abbiamo ripetuto come sempre <<Parola di Dio>>. Ma se siamo sinceri dobbiamo riconoscere che la forza dell’abitudine ha avuto la sua prevalenza: probabilmente non abbiamo sentito in noi nessuna emozione. Se invece si alzasse uno qualunque dei presenti e ci portasse il messaggio di un personaggio importante di fama nazionale o internazionale, come sarebbe intensa la nostra emozione! Eppure secondo la nostra fede è Dio che ci parla, che fa giungere a noi la sua parola, scritta molto tempo fa, ma sempre attuale. E’ un messaggio di vita per oggi, per questo momento… Forse proveremmo più emozione, se ci fosse spiegato che le parole che abbiamo ascoltato nella prima lettura, sono, secondo gli studiosi, le più antiche parole del Nuovo Testamento e quindi le prime ad essere scritte dopo la Risurrezione e l’Ascensione di nostro Signore. Infatti questa lettera di San Paolo è stata scritta a Corinto, probabilmente nell’inverno del 50-51.

C’è una seconda emozione da considerare; e questa ci è stato facile coglierla, perché se siamo stati attenti, abbiamo conosciuto l’emozione che ha provato San Paolo nello scrivere questa lettera alla sua comunità di Tessalonica, l’attuale Salonicco. Gli sono accanto Silvano e Timoteo, e lui ricorda bene questi cristiani, primo frutto del suo apostolato nella comunità di Tessalonica, a cui sta scrivendo. Li riconosce eletti da Dio ed esalta l’impegno della loro fede, l’operosità della loro carità, la costanza della loro speranza. Ricorda l’entusiasmo con cui hanno accolto la Parola del Signore, questa potenza dello Spirito che si è mostrata in loro. Ricorda il fatto straordinario che, pur nella tribolazione e nella sofferenza, hanno accolto il messaggio di Cristo Gesù e l’hanno accolto nella gioia dello Spirito. Un paradosso incredibile per chi non ha fede!

Manifesta perciò la gioia di riconoscere in loro i suoi imitatori e, per mezzo della sua persona, gli imitatori del Cristo, e la gioia di sapere che questa testimonianza della comunità di Tessalonica si diffonde dappertutto: ne parlano tutti e la loro fede è diventata un modello da imitare. 

Ci è facile ora, alla luce di questa Parola di Dio, chiarire a noi stessi la singolare emozione che oggi la Provvidenza ci offre in occasione del V anniversario della morte di suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino. 

Dobbiamo certamente tenere presente che qui noi non facciamo un atto di culto e che non lo possiamo fare, ma possiamo e dobbiamo mostrare la nostra attenzione per una testimonianza che si impone, perché è lo stesso Spirito del Signore che ci richiama ad una data ben precisa, il 23 agosto 1994, e ci richiama inoltre ad un’esistenza umana e cristiana vissuta dal 10 aprile 1937 a quel 23 agosto 1994: la vita di Elena Bruno, suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino. Ci richiama ai suoi 33 anni di malattia, ai 21 della sua sedia a rotelle, a tutte le atroci sofferenze della sua offerta!

Ora ci è facile vedere che la stessa Parola di Dio, che dobbiamo ascoltare, rivive pienamente in questa testimonianza. Quelle stesse emozioni che provò San Paolo le proviamo certamente anche noi, se siamo venuti qui, anche con sacrifici e da lontano e se abbiamo conosciuto, sia pure di sfuggita, suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino. 

Questa nostra sorella ha accolto la Parola del Signore, e la Parola di Dio ha mostrato in lei, possiamo e dobbiamo dirlo, con gli stessi termini di San Paolo, la potenza dello Spirito. In lei si è realizzato questo paradosso, questa realtà che supera la nostra intelligenza, e cioè l’accogliere la Parola del Signore nella tribolazione, e l’accoglierla, nello stesso tempo, nella gioia. Così si imita il Cristo, il Cristo crocifisso, nella piena partecipazione alla sua sofferenza, ma sempre nella gioia incredibile dello Spirito. 

Ci appare chiara l’efficacia e l’irradiazione della sua testimonianza dopo 5 anni. Pensiamo anche a quanto ci è stato attestato, all’inizio della celebrazione, dalla rappresentante dell’associazione <<Amici di suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino>>. Ne siamo certi: questa testimonianza si diffonde sempre più largamente; ed è testimonianza che irradia il messaggio del Cristo, che incoraggia ad accogliere il Signore con generosità e con amore!

Riflettiamo ora sui tre particolarissimi elogi che san Paolo fa della vita cristiana di quella sua comunità di Tessalonica.

Ricordiamo l’impegno della fede anzitutto, e ripensiamo a quella incredibile professione di fede che suor Maria Alfonsa ha scritto e che tutti conosciamo; quella professione di fede nei riguardi del dolore, nei riguardi della Croce: <<Credo nel dolore, come dono di Dio>>. E aggiunge subito: <<Credo al suo immenso valore>>, e spiega il perché <<lo stesso Gesù lo ha usato come sublime atto di amore e di riparazione>>. In queste espressioni c’è tutta la sua fede intensa, straordinaria, eroica!

Il secondo elogio di San Paolo riguarda l’operosità della carità e suor Maria Alfonsa non esita a dichiarare: <<Credo al dolore come mezzo di salvezza e di santificazione; Credo al dolore come arma potente di apostolato; Credo al dolore come crescita di amore e di dedizione a Dio e ai fratelli!>>. Tutta la carità, che è l’essenza della vita cristiana nei riguardi di Dio, dei fratelli, qui è espressa, ancora una volta, nel grado più eroico. 

Il terzo elogio di San Paolo è la costanza nella speranza e suor Maria Alfonsa in quella sua professione di fede dice: <<Credo al dolore che ci distacca da tutto ciò che ci dice terra e ci fa vivere nella beata attesa del cielo. Credo al dolore che ci fa vivere in serena amicizia con sorella morte. Credo al dolore che è arma potente per disarmarci nei tanti contrasti e spine della vita perché ci fa pensare non starò a lungo sulla terra!>>.

Non possiamo fare a meno di dire, raccogliendoci in noi stessi: <<Grazie, Signore, perché in questa tua creatura hai voluto mostrare i prodigi del tuo amore nella sua testimonianza, che è luminosamente divina, perché è del tutto propria del Figlio tuo: la testimonianza del dolore!>>.  E non possiamo fare a meno di dire: <<Grazie, sorella nostra, suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino, perché con la tua testimonianza ci aiuti a capire il vero senso della nostra vita cristiana, e a vivere questo nostro impegno nel mondo con generosità e con amore>>. 

Se siamo qui è perché il Signore nella sua Provvidenza ci ha aiutato e ci aiuta a renderci conto di questo dono, ed io sento di dovermi congratulare non semplicemente a nome mio, ma, anche – so di dirlo indegnamente – a nome della Chiesa, con l’associazione <<Amici di suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino>> per la sua fervida attività, per il suo zelo; di congratularmi con gli organizzatori, con l’instancabile padre Tonino Bono, con la Madre Generale, la Madre Vicaria e con la famiglia religiosa tutta delle Ancelle Riparatrici per questo dono, che il Signore ha dato loro, alla famiglia religiosa, ma che ha anche offerto alla Chiesa e all’umanità. Mi congratulo con quanti sono qui, venuti anche da lontano; con i pellegrinaggi provenienti da Milazzo, da S. Teresa Riva, e da S. Alessio Siculo con don Giuseppe Tatì; mi congratulo con i confratelli presbiteri e diaconi concelebranti; con il mio maestro di seminario, mons. Giuseppe Foti, con padre Terenzio, che ha studiato con tanta cura la vita e gli scritti di suor Maria Alfonsa e, certamente in modo del tutto particolare con i familiari di suor Maria Alfonsa, la sorella e i nipoti, che meritano tutta la nostra gratitudine. La Parola di Dio ci aiuta pure a capire l’importanza e l’attualità di questa testimonianza. 

Pensiamo alle parole del Vangelo, che è stato proclamato: questo brano certo non è passato inosservato per nessuno. Quelle parole così dure nella bocca di Gesù, dolce e mite, non possono non fare impressione. Proprio questo brano ci fa capire l’attualità della testimonianza che viene a noi da questa nostra sorella, suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino. 

In questi ultimi mesi, in diversi modi, nei mezzi di comunicazione sociale, c’è stata una certa attenzione alle forme di ipocrisia che sono presenti nella vita della Chiesa e nella vita dei credenti. E’ ancora una volta il prezzo che si paga per tutto ciò che è umano e che resta umano, anche quando c’è un’adesione a Cristo Gesù. Ma pensiamo soprattutto a quel pericolo di ipocrisia e a quel pericolo di compromesso, che sono proprio quelli rimproverati da Gesù e che sono per tutti una tentazione costante. Non è forse vero che tante volte abbiamo dovuto riconoscere che c’è un distacco pauroso tra la fede che noi professiamo e la nostra vita, tra quello che noi siamo nell’intimità dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti, delle nostre aspirazioni, dei nostri desideri e quello che noi siamo nella famiglia, nel lavoro, nella società, nel divertimento?

Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino con la sua esistenza, con la sua adesione totale alla croce di Gesù ci ha mostrato ciò che è veramente importante, essenziale. Lei ci aiuta così a guardare la croce del Signore per quello che essa è nella professione della nostra fede. l’unica luce che può rendere autentica la vita cristiana: <<Chi vuol seguirmi prenda la sua croce, rinneghi se stesso e mi segua!>>.

Questa nostra sorella ci ha indicato nel modo più preciso, più chiaro, più inequivocabile, questo unico autentico modo per essere cristiani. Una vita cristiana senza la croce, senza l’accettazione e la gioia della croce, è un assurdo, non esiste! Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino con la sua testimonianza non solo ci ha ricordato che deve essere così, ma ci ha ricordato e ci ricorda che con la grazia del Signore è possibile a ciascuno di noi abbracciare la propria croce, che non manca mai nella vita di ognuno, anche se la nostra non è quella sua straordinaria sofferenza, che è stata piena e continua partecipazione alla passione di Cristo Gesù.

In questa nostra Eucarestia, mentre ringraziamo il Signore per tutti i doni, lo ringraziamo per questa vita cristiana, che è in ciascuno di noi com’era allora nei cristiani di Tessalonica a cui scriveva San Paolo e in questa nostra sorella nella sua vita terrena. Mentre ringraziamo il Signore, lo preghiamo perché ci aiuti lui stesso, per l’intercessione della Vergine SS. Maria, madre nostra, a riconoscere, a saper accogliere tutti i suoi doni e a farli fruttificare, a conoscere più profondamente e rendere largamente fecondo questo singolarissimo dono che è la testimonianza della nostra sorella suor Maria Alfonsa. Abbiamo buoni motivi per pensare che sia proprio questa la volontà di Dio constatando quanto sta avvenendo in questi 5 anni dopo la sua morte. E’ nostra speranza che, esaminata dal saggio discernimento ecclesiastico, questa eroica testimonianza possa essere riconosciuta dalla Chiesa e additata agli uomini del nostro tempo. 

Siamo certi, anche se lo diciamo con le dovute riserve prima che la Chiesa parli con il suo Magistero, che tanti e tanti nostri fratelli ovunque nel mondo potranno essere aiutati dall’esempio, dalle parole, dagli scritti e dalle preghiere di intercessione di questa nostra sorella, che, per la nostra fede, sappiamo sempre unita a noi in Cristo Gesù. 

Prega per noi suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino, aiutaci ad essere buoni cristiani perché la Parola di Dio sia feconda e gioiosa in tutti noi. 

Messina, 23 Agosto 1999

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